Restauro o risanamento
Si definiscono invece opere di restauro e risanamento conservativo tutti quegli interventi che hanno come fine la conservazione delle funzionalità di una struttura, senza modificarne la configurazione e rispettandone gli elementi preesistenti.
Per dimostrare il rispetto delle norme edilizie in materia di ristrutturazione e restauro, è necessario fornire prova dell’identità dell’edificio prima dell’intervento, ovvero nel suo stato di fatto (ad esempio la sua sagoma o la sua volumetria). Possono essere considerati lavori di restauro e risanamento conservativo:
cambio di destinazione dell’immobile, ovvero adeguamento alla nuova destinazione con modifica o eliminazione di elementi accessori impianti;
adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto delle volumetrie esistenti;
apertura di finestre per esigenze di aerazione dei locali.
Differenze tra restauro e risanamento conservativo
Nello specifico, il restauro è un tipo di lavoro di recupero applicabile solo agli edifici che abbiano valore storico-artistico e può essere adoperato per apportare modifiche ingenti alla struttura dell’immobile in questione, evitando però di alterare le volumetrie dello stesso.
Il risanamento conservativo, invece, è un’attività finalizzata al miglioramento dal punto di vista funzionale, statico e igienico dell’edificio e quindi sono ammesse modifiche alla struttura e alla planimetria